China: through the looking glass (aperta al pubblico dal 7 maggio) è la mostra inaugurata dal Met Ball 2015, il Costume Institute Gala che rappresenta ormai l’evento mondano più importante dopo (forse!) gli Oscar. La consacrazione del pensiero Anna Wintour con la fusione (e confusione) tra moda e celebrities, con gli stilisti nei panni delle star e attori e cantanti nei panni di modelli. Anche in questa occasione il tema della mostra, come sempre più profondamente e diffusamente accade, finisce per condizionare il party. Un momento di show business in cui la moda si snatura del suo significato più profondo e diventa spettacolo puro. Giudicare un look apparso sul red carpet del Met Gala è un’operazione complessa, non andrebbe neanche fatto: tutto è lecito, tutto è esagerato, smodato, perfino irreale. Considerate quindi i nostri giudizi come una manifestazione di complicità a questo gioco che sembra ribadire: “l’importante è che se ne parli”.
av: “Fashion is not a luxury” recitava una celebre T-shirt indossata da Sarah Jessica che, all’evento mondano dell’anno, ha deciso di sdoganare il low cost indossando una creazione speciale di H&M. Ci sono i mostri di laboratorio e le vere icone di stile, lei si conferma la regina dei red carpet. Ma attenzione: limitatevi ad ammirarla, guai ad imitarla!
sm: No, ehm, allora… No. O meglio, se salviamo qualcosa, salviamo dal collo in giù. Decisamente a tema, ma con quel copricapo proprio non riesco a guardarla. Consideriamo però che peggio di questo possiamo annoverare tanti look sfoggiati in Sex and The City.
av: sull’internet spopolano le parodie. Non era sufficientemente ridicolo la versione originale? Lodevole l’iniziativa di contribuire alla riduzione delle spese, pare non abbiano confermato la società di pulizie.
sm: Scusate ma sto ancora ridendo per la parodia “Rihanna frittata gigante”. Salvo solo il colore del mantello, giallo colore dell’estate. E le scarpe. Per il resto, di Principessa abbiamo già la piccola Charlotte Elizabeth Diana, non servono fake.
av: lodevole body make-up. Ah indossa anche un abito?
sm: perché mi sembra sempre sul punto di esplodere?
av: di fronte alle forme di JLo cadono perfino le mie resistenze agli abiti a sirena. Ammesso solo che siano Versace!
sm: Però il velo color carne no! Pamela Prati, dove sei! Stupendo il ricamo Dragone.
av: puro senso dello stile, lo dimostra l’assoluta naturalezza con cui Grace ha abbandonato il red carpet e si è diretta in aerporto. Next stop Paris!
sm: Favola in pigiama. Amo. Se devi stupire, fallo comodamente.
av: eccellente debutto di Gucci by Alessandro Michele sul red carpet del Met. Vestirsi a tema senza scadere in una carnevalata!
sm: Concordo, una delle pochissime vestite a tema che non sembra in maschera. Discuto solo il colore, ma per puro gusto personale.
av: mi scuso coi lettori, ma nell’attesa che indossi l’abito mi astengo dal giudizio…
sm: Dopo Pamela Prati, ecco Valeria Marini! Ma le scarpe? Sono regolamentari? Ci paga l’IMU?
av: un gioiello verde smeraldo. Semplice e ricercato. Promosso!
sm: meraviglioso il colore, chic e sexy l’abito Calvin Klein Collection. Mi piace!
av: la consacrazione definitiva. Grande Chiara, saluta le invidiose! Ah no sei impegnata a chiacchierare con mezza Hollywood al Met…
sm: apprezzo molto la scelta di un abito così sobrio, ha resistito alla tentazione di fare “la blogger” e presentarsi vestita in modo esagerato. Bravissima. Anche lei in Calvin Klein Collection.
av: le accompagnatrici di Clooney (leggi Elisabetta Canalis agli Oscar) hanno un problema con il rosso sul red carpet. Splendido abito, ma fuori tema. In ogni caso sul red carpe è ammesso un solo rosso: Valentino! (accenno perplessità su questa svolta mondana di Maison Margiela)
sm: L’abito è stato creato appositamente da John Galliano. Adoro il corpetto e i dettagli a fantasie fiorate delicatamente di alcune balze dell’abito. Ma nel complesso non mi convince. Forse con cotanto abito avrei tirato su i capelli.
Ah, se vi amo. Viva Valeriona nazionale