“Volevo fare il muratore” ripete un paio di volte in meno di un’ora, Manolo Blahnik, che invece celebra 40 anni di carriera che l’hanno reso una delle poche leggende viventi della moda, il poeta delle calzature. Una coppia degna dei migliori classici della commedia americana: a sinistra Mr. Blanhik con il suo farfallino lilla e quell’aria da piccolo principe mai cresciuto, entusiasta e sognatore; a destra Natalia Aspesi, in grigio, coi suoi immancabili occhiali tondi, la battuta sempre pronta e l’irriverenza di chi si gode il piacere di dire tutto ciò che pensa, anche se si tratta di sparare sulla zarina della moda Anna Wintour o l’icona Kate Moss.
L’occasione è la presentazione milanese del volume Gesti fugaci ed ossessioni (Ed. Rizzoli), la monografia illustrata che in poco meno di 500 pagine racconta l’immenso universo creativo di Manolo Blahnik, dalle fotografie delle sue preziose calzature immortalate per l’occasione da Michael Roberts ai riferimenti iconografici che hanno ispirato l’opera di questo creatore di sogni per le donne di tutto il mondo, ormai da più generazioni. “Rispecchia sensibilità, un modo di amare la bellezza che è sempre più raro”, sentenzia Natalia Aspesi.
Ed ecco che la presentazione del volume è l’occasione per scoprire la specialità di Mr. Blahnik uomo, che è il segreto del suo successo, l’anima che pervade le sue calzature acquistate, o perlomeno desiderate, dalle donne di ogni parte del mondo. Da Londra, la città dove ha scelto di vivere perché “adoro la distanza che mantengono gli inglesi”, ha sempre tenuto lo sguardo aperto sul mondo.
Racconta il forte legame con l’Italia: l’amica Anna Piaggi, di cui soffre la mancanza e ricorda con affetto le lunghe telefonate, il cinema di Luchino Visconti e l’indelebile immagine di Alida Valli al teatro La Fenice in Senso, l’eleganza di Pupetta Maresca su Epoca, Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e i libri di Dacia Maraini “che scrive dei palazzi, delle cose antiche…”. E poi la moda italiana: Walter Albini, definito il “predecessore di tutti quanti”, Gianni Versace, Gianfranco Ferrè, e Dolce&Gabbana tra i designer dei giorni nostri.
È lucido e severo nel raccontare però il mondo della moda contemporanea a cui rimprovera di avere perso spontaneità e talento. Così, quando azzardo la domanda sul come immagina il futuro, gli provoca una smorfia il solo pensiero della nostalgia, un sentimento che non conosce, ma teme “un futuro strano, in mano alla manipolazione”.
Ci lascia con una lezione di stile: 7-8 cm è la misura del tacco ideale che dona alle donne una camminata bella e sensuale. “Vado a dormire” esclama la Aspesi dopo l’ultima domanda, ed in effetti è tempo di abbandonarsi ai dolci sogni che solo le giornate dagli indimenticabili incontri ci regalano.