Written by 13:49 EDITORIALI, le opinioni di Simona, LIFESTYLE

Novembre, addio. Benvenuto “Mevembre”.

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Non credo di aver mai sentito parlare tanto male di un mese come di novembre. La sua colpa pare essere quella di non offrire nulla. Ma proprio niente.

Gennaio ha i buoni propositi, febbraio ha Sanremo e il Carnevale, marzo la primavera, Aprile la pasqua e i ponti. Potrei continuare quanto volete. Ma arrivata a novembre, il vuoto.

Sarà per questo che le vetrine natalizie ogni anno arrivano un po’ prima, per colmare lo spazio tra le zucche di ottobre e l’albero. Bisogna far sparire novembre.

E invece no. Non è una fortuna avere un mese che possiamo riempire a nostro piacimento?

Novembre ha solo bisogno di un rebranding, come si dice nel marketing…

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fonte della foto: burst.shopify.com

E quindi, benvenuto Mevembre, il mese in cui siamo autorizzati (tutti, uomini e donne) a prenderci del tempo per fare quello che ci piace.

Mevembre non è il mese dell’egoismo. È il mese per recuperare un po’ di forze in vista del rush finale dell’anno, prima di essere travolti da cenoni, parenti, regali, amici e aperitivi, bambini che reclamano babbo natale e spumante da stappare a mezzanotte.

E niente ci rimette più in forze che prenderci cura di noi, senza ansie.

Mangiare meglio, senza per forza mettersi a dieta.

Fare più movimento, che magari non vuol dire correre, ma andare a piedi in ufficio.

Leggere il libro che sta sul comodino da mesi, recuperare una serie tv, fare un bagno caldo. Fissare il soffitto, se ci va.

Prendersi cura di noi e dei nostri desideri vuol dire concedersi qualche capo di qualità, iniziare a pensare al viaggio che abbiamo sempre sognato, sbirciando il calendario per individuare “i ponti” giusti.
Significa farsi una maschera ai capelli mentre si leggono le news, comprarsi un mazzo di fiori senza motivo, telefonare a chi vogliamo bene e parlare per un’ora.

Significa stare da soli. O circondarci di amici. Andare a letto alle 21 o alle 8 del mattino.

Come si fa a prendersi cura di se stessi non è una formula magica. È soggettivo. 

A Mevembre, ognuno può fare quello che più gli piace.

Non sembra male, visto così, questo Mevembre, no?

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