Quando Einaudi mi mandato il nuovo libro di Camilla Läckberg accompagnato da un kit per fare il mojito non ho capito.
Poi ho letto Donne che non perdonano. E ancora non capivo la connessione.
Cosa c’entrano le storie di tre donne – Ingrid, Victoria e Birgitta – con un cocktail?
Non è certo ispirato a Sex and The City, questo romanzo che mette in scena la vita di donne vittime di mariti orrendi.
Un traditore seriale che occupa una posizione di potere, un violento che sta ben attento a non colpire la moglie in faccia, un rifiuto umano che ha “comprato” la moglie per corrispondenza.
Forse però ho capito.

Secondo me, gli attrezzi da bartender sono una metafora della vita. Sono gli strumenti che ci ritroviamo in mano per costruire la vita che vogliamo. A volte ci tocca dell’alcool scadente, della menta puzzolente, del ghiaccio contaminato. E troppe volte ce lo facciamo andar bene, quel cocktail schifoso. Perché non sta bene lamentarsi, non sta bene pretendere di meglio.
No, decisamente no. Abbiamo tutto il diritto di buttare quel cocktail disgustoso nel gabinetto, anche se l’abbiamo fatto noi, anche se l’abbiamo scelto, all’inizio. E di rifarcene uno da capo, con le nostre mani, con il più pregiato dei rum, con la menta più profumata che ci sia, con il ghiaccio cristallino.
Le tre protagoniste del nuovo libro di Camilla Läckberg si ritrovano con delle vite già servite, che continuano a bere perché credono di non avere alternative. Ma poi qualcosa scatta e tutto cambia. In maniera radicale e cruenta.
Al di là della trama, leggere questo breve romanzo è illuminante sotto molti aspetti, perché Camilla Läckberg non si limita ad inventare storie. Le cala nelle nostre vite.

E riesce a spiegare il movimento #metoo dando la risposta definitiva a chi dice “come mai le storie vengono fuori solo ora?”
Una delle protagoniste ricorda i primi anni della sua carriera di giornalista, con i colleghi maschi che minimizzavano se qualcuno allungava le mani, che si permettevano battute pornografiche in faccia alla diretta interessata.
“Fino ad allora le molestie erano state parte del gioco, ma adesso il gioco era cambiato”.
Non intende dire che le molestie, fino a qualche anno fa stessero bene alle donne, ma che il sistema faceva in modo che chi si ribellasse venisse immediatamente marginalizzata, che per entrare in un sistema a prevalenza maschile bisognasse adeguarsi, altrimenti nisba.
Mi piace dire che dobbiamo volerci bene, noi donne. Voler bene a noi stesse e alle altre. In questo mese di novembre, che ho ribattezzato Mevembre, leggere questo libro può aiutare.
Perché attraverso le avventure estreme delle sue protagoniste può esserci la speranza di rinascita per qualcuna di noi. Per un’amica, che non sappiamo come aiutare. Per una collega.
I greci la chiamavano catarsi, una sorta di purificazione che le persone provavano al termine di uno spettacolo teatrale, la tragedia. Situazioni iperboliche che aiutano a sbloccare quelle umane, semplici viste dal di fuori, estremamente complicate quando le vivi.
La vita, come ogni buon cocktail, è fatta di equilibri precisi. Sta a noi scegliere gli ingredienti migliori. E non avere paura di pestare quando serve.
Donne che non perdonano è il nuovo romanzo di Camilla Läckberg, edito da Einaudi e pubblicato in anteprima mondiale in Italia. Non fa parte del ciclo di romanzi con protagonista Erica Falck e non è ambientato a Fjallbacka. La data di uscita sul mercato italiano è il 13 novembre 2018.
Il libro può essere acquistato qui.
Questo post è stato realizzato in collaborazione con Einaudi.