“Le donne sfioriscono” è una frase che avrete sentito mille volte.
Il verbo fiorire, invece, è molto più raro. E quando si parla di noi usando le metafore botaniche si ha sempre l’impressione che si parli di una pianta da appartamento piuttosto che di un fiore di campo o di un albero maestoso.

Ho preso in prestito il titolo di questa copertina di maggio dal libro di Maura Gangitano e Andrea Colamedici, Liberati della brava bambina – 8 storie per fiorire.
In questo libro si esplorano 8 storie di 8 donne della letteratura e del mito (da Era a Medea, da Offred di Handmaid’s Tale a Daenerys di Game of Thrones) per affrontare un percorso di fioritura personale.
Le donne sono fatte per fiorire
Una realizzazione di se stesse che va oltre i traguardi materiali che la società attribuisce ad una donna – il matrimonio, i figli, su tutti – ma si realizza attraverso la consapevolezza di quello che vogliamo veramente. Che, per carità, può anche essere il matrimonio o un figlio, ma non perché qualcuno ci spinge a farlo. Questo è fiorire.
Ho pubblicato su Instagram l’incipit del libro, che esordisce parlando di un “problema senza nome” comune a tutte le donne. Quella domanda, che tutte ci siamo fatte almeno una volta.
La vita è tutta qui?
“È una laurea, un lavoro, un matrimonio, dei figli? Sono forse un’ingrata nei confronti della vita se dico che non mi basta?”
Sono rimasta allibita dalla quantità di messaggi di donne e ragazze che si sentivano esattamente come me e come la Donna descritta da Maura e Andrea nel loro libro. E se pubblicamente e razionalmente sappiamo che la risposta è NO, la vita non è tutta qui, ci assalgono dei dubbi.
Sono gli stessi che vengono ogni volta che leggiamo articoli su come dimagrire, come vestirsi “per essere perfette”, su come comportarsi e cosa dire, a letto, in palestra, ad un matrimonio. Tutti articoli che ci spiegano come non sfiorire, ma di fiorire non se ne parla. Che ansia.
Chi legge TheWardrobe da un po’ sa come la penso su tutti gli articoli normativi tipici dei magazine di moda, che altro non fanno che generare frustrazione. Non pretendo di risolvere il problema senza nome da sola, perché da sole non si va da nessuna parte.
Fiorire come Dina e la tenda rossa
Il mio capitolo preferito del libro riguarda Dina, sorella di Giacobbe, la cui storia è inesistente nella Bibbia.
Anita Diamant ne immagina le vicissitudini, che ruotano intorno alla pubertà e alla tenda rossa in cui tutte le donne della tribù si riunivano durante i giorni del ciclo. Libere di essere se stesse e non madri, sorelle, figlie, serve, schiave degli uomini. La tenda rossa è il nome di questo libro che ha ispirato la nascita di vere e proprie “tende rosse”, luoghi di ritrovo di donne comuni che condividono esperienze e si ispirano a vicenda.
Mi piacerebbe tantissimo che anche The Wardrobe diventasse una tenda rossa virtuale dove possiamo ispirarci e parlare di noi. Non so ancora bene come, ma l’esperimento di aprire a contributi esterni fatto in aprile è solo l’inizio.
A maggio su The Wardobe
Questo mese continueranno i contributi di viaggio che ci porteranno a Cuba, in Giappone e a San Francisco, dopo averci fatto sognare con l’Islanda e il Perù.
Parleremo di tendenze valorizzando tutte le fisicità e le personalità, e daremo un’occhiata alle migliori ispirazioni per le cerimonie, per l’ufficio e l’università.
E di tanto altro. Obiettivo: fiorire.
Perché la primavera si sta facendo attendere, ma noi non possiamo più aspettare.
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