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Bali, l’isola degli dei: la guida

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L’autrice di questo articolo su Bali e delle relative foto è Chiara Ventavoli. La trovate su instagram come @chiavoli_ 

Bali è l’isola degli dei. Gli dei però non sono quelli con la proboscide, o con le quattro braccia. Gli dei sono loro, i balinesi: sorridenti e placidi sagittari metà uomini e metà motorini.

Iniziano a guidarlo a sei anni, sigaretta in bocca, tuta dei Digimon, e via a sgasare nel traffico. Quando crescono poi caricano tutta la famiglia. Il padre tiene seduto tra le gambe il figlio di quattro anni, quello più piccolo è in braccio alla madre che lo sta allattando mentre sorpassano un autobus sgangherato. In curva.

Bali
Photo by Guillaume Meurice from Pexels

Tra una carreggiata e l’altra della strada le mucche pascolano sulle aiuole spartitraffico. All’orizzonte si intravede il luccicare del mare. I fiori di frangipane piovono un po’ dappertutto, il loro profumo sovrasta ogni cosa. Non c’è al mondo un altro posto come questo.

Prima di partire per Bali

Le cose necessarie per raggiungere Bali arrivando all’aeroporto di Denpasar sono: un passaporto con almeno sei mesi di validità, il biglietto aereo. Fine degli obblighi. Se però vi tratterrete per più di 30 giorni necessiterete del visto turistico.

Le cose fortemente consigliate per raggiungere Bali sono: un’assicurazione sanitaria di viaggio (esistono numerose possibilità, basta googlare) e una bella ragionata su eventuali vaccinazioni.

È possibile richiedere gratuitamente una consulenza presso lo sportello viaggi internazionali della vostra ASL. Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma ve ne sono di consigliate, in particolare se intendete mangiare cibo di strada nei numerosi warung. Vengono di solito raccomandate l’antitifica e l’antiepatite A. La profilassi antimalarica non è particolarmente caldeggiata, ma munitevi di un buon spray antizanzare perché la Dengue non è poi così rara, e per quella vaccini non ce ne sono.

Bali

Evitate di inserire nelle date di viaggio il Nyepi Day, il capodanno balinese, la cui data cambia ogni anno.
Le strade sono deserte, l’aeroporto è chiuso, tutti i servizi sono sospesi. Persino le finestre dei vostri alberghi verranno oscurate con teli scuri o pannelli. È una giornata dedicata alla riflessione. In questo modo i demoni crederanno che l’isola non sia abitata e non vi faranno più ritorno per tutto l’anno a venire.
I giorni che lo precedono saranno invece un gran fermento di preparazioni, parate e cerimonie.

Dove dormire a Bali

Ho scelto di alloggiare vicino ad Ubud perché essendo interessata più alla parte spirituale, culturale e avventurosa avevo tagliato fuori a prescindere la zona più occidentale e modaiola delle spiagge che vanno da Kuta a Seminyak. Ma, se cercate la vita notturna, le onde da surf e gli australiani molesti, è proprio qui dove dovete dirigervi.

Ho dormito in un boutique hotel a 4 km da Ubud, immerso nei suoni e nelle foglie della giungla. Le colazioni sul terrazzo, avvolte dalla foschia mattutina che saliva dalla vegetazione, resteranno per me indimenticabili.

Per il tragitto dall’aeroporto Ngurah Rai di Denpasar ad Ubud (circa un’ora e mezza) potete concordare con l’autista una tariffa di 300.000 IDR (circa 20€).

Per l’ultima notte mi sono invece spostata a Jimbaran, in modo da essere più vicina all’aeroporto, in una villa esageratamente scenografica.

Consiglio comunque l’alloggio in villa. Se ne trovano a prezzi ragionevoli, sono sempre case da sogno con solo la camera da letto protetta da vere e proprie mura. I bagni, lussuosissimi, ed i salotti sono protetti da una tettoia e si affacciano sulla piscina. Sì, potete guardare la tv stando in ammollo.

Cosa vedere a Bali: i templi induisti

Per ogni tempio si paga un paio di euro d’ingresso. Per entrare occorre indossare il sarung, una sorta di pareo tradizionale. Lo potrete affittare dalle signore all’ingresso a circa 20.000 IDR (1,50€). Tenete presente che loro partiranno col chiedervene 200.000.

Bali

Se girerete senza accompagnatori verrete spesso abbordati da finte guide che sosterranno di non potervi farvi passare in determinate zone se non con loro. Ovviamente non è vero, ma sarà difficile prendersi la ragione.

In alcune aree dei templi è obbligatorio stare scalzi. Consiglio una pedicure prima di partire.

All’interno dei templi sono contenute le fonti sacre, le spring water. Non è raro imbattersi in turisti che sguazzano alla ricerca dello scatto folkloristico. Lo trovo di pessimo gusto e vi consiglio di astenervi dalla balneazione, salvo non siate mossi da sinceri intenti religiosi.

Bali

Un breve elenco dei templi più celebri:

  • Tanah Lot Temple, issato su una lingua di scoglio che si allunga a ponte sul mare;
  • Pura Luhur Uluwatu, costruito su una scogliera a picco sul mare, vicino a Jimbaran;
  • Pura Ulun Danau Bratan, nel mezzo del lago omonimo;
  • Danau Batukau, si trova ad 1 ora da Ubud;
  • Pura Batur, di fronte al vulcano e al lago omonimi. Nelle vicinanze si trova un locale dotato di un’enorme terrazza panoramica da cui ammirare il vulcano. È molto facile da individuare grazie ai numerosi bus turistici parcheggiati.
  • Besakih Temple, enorme complesso religioso, pieno di trappole per turisti, meglio andare accompagnati per schivarle;
  • Gunung Kawi, vicino alle risaie di Tegalalang;
  • Lot Temple, a sud-ovest dell’isola.

Cosa vedere a Bali (oltre ai templi)

Altra gioia per gli occhi e per lo spirito sono le risaie. Terrazzamenti a perdita d’occhio, tutto il campo visivo viene travolto dal verde e dai riflessi dell’acqua.

Bali

Una visita la meritano di certo le risaie di Tegalalang, vicino ad Ubud, ma non perdetevi per nessun motivo al mondo le risaie di Jatiluwih, patrimonio UNESCO. Si trovano sulla strada per Batukau e sono uno spettacolo commovente.

Per una pausa ristoratrice tra un tempio e l’altro potete invece prendere in considerazione un tuffo nei pressi delle cascate. Una vera goduria per esploratori che hanno scarpinato tutto il giorno nel caldo afoso, hanno l’effetto ritemprante dei getti di vapore di Gardaland, ma sono decisamente più instagrammabili.

Bali

Le più celebri dell’isola sono le cascate di Sekumpul e di Fiji, visitabili in un’unica tappa perchè molto vicine tra loro, e le cascate di Aling Aling, con il loro salto di 35 metri.

È previsto un biglietto di ingresso: 10.000 IDR per le prime e 20.000 IDR circa per le seconde. Specificate che non volete la guida turistica o vi accollerano un sovrapprezzo.

Organizzare tour a Bali

Per i vari tour mi sono appoggiata a “Bali Traditional Tour”.

Il loro driver/guida ci prelevava la mattina in hotel e insieme concordavamo le tappe della giornata.

Dopo un paio di giorni siamo ci ha portati a conoscere la sua famiglia invitandoci a casa sua per un caffè. Seduti nel suo giardino ho ascoltato le storie più interessanti di tutto il viaggio.

Bali

Abbiamo accompagnato i suoi figli a scuola e l’insegnante ci ha permesso di rimanere per un po’ seduti nei banchi in fondo per assistere alla lezione. Qualche giorno dopo abbiamo passeggiato insieme a lui tra le persone di un villaggio che stavano preparando un rito funebre.

Quando muore qualcuno, tutto il villaggio scende per la strada e insieme si allestisce tutto: dalla pira al banchetto. Sono prodigiosi cesellatori di legno, scolpiscono, intagliano, dipingono e forgiano svastiche. Svastiche dappertutto. Fa una certa impressione. Con tre foglie di palma e una canna di bambù e ti fanno un baldacchino che Calatrava spostati.

Cosa e dove mangiare a Bali

Amanti e profondi conoscitori della cultura enogastronomica italiana, quando sono stanchi di Nasi Goreng, si dilettano in piatti mediterranei come i rinomati spaghetti al pomodoro di bufala o la pizza margarita che se mangi, non guidi.

Per una cena luculliana di pesce vi consiglio di andare a Jimbaran, poco distante dall’aeroporto. Si trova in un’ampia insenatura.

La spiaggia è infinita e al tramonto si popola di famiglie balinesi e turisti che cenano con il sottofondo delle onde che si rincorrono sulla battigia.

La densità di avventori è davvero sbalorditiva, il pesce e i crostacei che si mangiano qui è davvero buono, difficile sbagliare posto anche entrando a caso in uno dei numerosi ristoranti. I confini delle distese di tavoli all’esterno sono labili, non è davvero chiaro dove un ristorante finisce e dove ne inizia un altro.

In ogni caso non perdete l’occasione di guardare il tramonto in spiaggia bevendo Bintang Beer, è una vera e propria istituzione.

Bali

L’Indonesia è celebre anche per essere territorio di produzione del caffè più pregiato e costoso del mondo: il Kopi Luwak. Sì, proprio lui, il caffè prodotto da bacche ingerite e defecate dallo zibetto. Potete visitare le piantagioni, vedere il ciclo produttivo di questo caffè e fare la degustazione. Sconsigliato agli animalisti.

Bali, cosa mettere in valigia

Io sono andata ad agosto. In valigia avevo soprattutto costumi, magliette, pantaloncini. Utile avere abiti chiari e a manica lunga per andare nei luoghi più selvaggi in modo da scongiurare indesiderate punture di zanzara.

Imprescindibile l’impermeabile da viaggio. Nonostante non fosse stagione di piogge (quello va da novembre a maggio), qualche scroscio d’acqua me lo sono presa. La temperatura media a luglio ed agosto sia aggira sui 30 gradi

Tenete una pashmina sempre in borsa che con l’aria condizionata non scherzano.

Bali, cultura e curiosità da sapere

I balinesi hanno una rete sociale che è meglio del telone dei pompieri. Qualunque cosa ti accada tutta la gente del tuo villaggio è lì per te. Non hai da mangiare? Tieni, io ti do il riso, poi di là ti danno le zucchine e due porte dopo ti porti a casa una gallina. 

Ho visto ragazzi e ragazze del villaggio darsi appuntamento la domenica mattina per un po’ di attività utili alla collettività. Sfalciavano i prati a mano, si arrampicavano sulle palme armati di machete per le potature, raccoglievano i rifiuti che sono così bravi a seminare dappertutto.

La moneta corrente è la Rupia Indonesiana (IDR), ad oggi un euro corrisponde suppergiù a 16000 IDR. Io ho prelevato direttamente in Rupie agli sportelli locali. Per sicurezza ho portato con me un centinaio di dollari, sempre ben accetti, ma non ho mai dovuto utilizzarli.

Non vi stupite se anziché darvi pochi spiccioli di resto vi verranno date caramelle. Si fa.

Bali

I balinesi hanno solo quattro nomi. Il primogenito si deve chiamare Wayan, il secondo Made, il terzo Nyoman e il quarto Ketut. Se i figli sono più di quattro i nomi si ripetono nello stesso ordine.

I bambini possono appoggiare i piedi per terra solo a partire dal 105esimo giorno di vita. Quando nasce un bambino la placenta viene seppellita nel giardino di casa e per tutta la vita gli porterà offerte (Nyoman ci ha mostrato dove è stata interrata quella dei suoi figli).

Spiritualità a Bali

Il livello è: “Se io sono felice e tu non sei felice, allora neanche io sono felice”. Se vi porrete con rispetto, se dimostrerete sincero interesse verso la loro cultura, non esiteranno ad aprirvi le loro porte.

Che voi siate all’interno del perimetro di un tempio, al mercato, per strada, in aeroporto, letteralmente ovunque troverete balinesi intenti nel depositare offerte agli dei.

Ogni casa ha un tempio. Tutta la loro vita è scandita da cerimonie e rituali quotidiani. Tre parole che la mia guida Nyoman ha ripetuto allo sfinimento: ceremony, offering, protection.

Bali

Le donne sono indaffaratissime nel preparare le offerte: vassoi, che possono andare dalle dimensioni di un francobollo a quelle di un gong, su cui vengono posati fiori, riso e altre amenità come: mentos incartate singolarmente, cracker Ritz, perline, maialini arrosto, incenso, bottoni.
I loro dei hanno gusti veramente variegati. Sul serio.

Se stai ancora decidendo dove andare in vacanza, dai un’occhiata alle nostre guide viaggio, scritte da Simona e dalle lettrici di TheWardrobe.

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