Menu Chiudi
Viaggi

Tra acque turchesi e natura selvaggia: scopri le cascate più belle dell’Asia

Tra acque turchesi e foresta rigogliosa, le Cascate di Kuang Si ti regalano un angolo di pace nel cuore del Laos. Un posto dove rallentare, respirare natura e lasciarsi sorprendere senza fretta.

Tra acque turchesi e natura selvaggia: scopri le cascate più belle dell’Asia

Nascoste nel cuore verde del Laos, le Cascate di Kuang Si non si mostrano subito. Ci si arriva dopo una strada sterrata che s’infila tra villaggi, motorini, bambini scalzi e piantagioni di banani. Poi, come accade con certe meraviglie, si sente prima un suono: l’acqua che scroscia da lontano. È lì che capisci di essere vicino.

Non è solo una cascata. È un luogo che chiede di essere vissuto con lentezza. Qui non si corre, non si fa rumore. Si ascolta, si guarda, ci si ferma. Qualcuno lo chiamerebbe paradiso, ma la verità è che Kuang Si è qualcosa di più semplice, più onesto. È un angolo di mondo che non ha bisogno di impressionare, e forse per questo colpisce di più.


Kuang Si: un tuffo in un sogno ad occhi aperti

A una trentina di chilometri da Luang Prabang, le cascate di Kuang Si si tuffano giù da una parete alta oltre 50 metri, e da lì l’acqua comincia il suo viaggio. Non è una semplice discesa: è una danza. Si muove tra rocce smussate, scivola lenta tra i tronchi, si raccoglie in vasche color turchese che sembrano dipinte.


L’acqua è così chiara da vedere il fondo, così fresca da far tremare le gambe al primo impatto. Alcuni si buttano dentro senza pensarci due volte. Altri si siedono sul bordo e si lasciano bagnare solo i piedi. E va bene così. C’è spazio per tutti, anche per quelli che preferiscono solo guardare.

Nonostante sia una meta conosciuta, l’atmosfera rimane sorprendentemente pacata. Basta allontanarsi di pochi passi dal sentiero più battuto per ritrovarsi in mezzo al silenzio – un silenzio pieno di suoni: acqua che scorre, foglie che si muovono, uccelli che si chiamano da un albero all’altro.

I sentieri che attraversano il parco sono ben tenuti, ma non invadenti. Sembrano più inviti che indicazioni. E ogni deviazione, ogni ponticello, sembra portare a un angolo ancora più nascosto, ancora più bello.


Il momento migliore per andarci? Quando gli altri dormono ancora

Il periodo ideale per visitare Kuang Si va da dicembre ad aprile, quando il tempo è più stabile e le piogge si fanno desiderare. In questi mesi, l’acqua è calma, pulita, perfetta per tuffarsi senza sorprese.

Per godersi davvero il posto, però, l’orario fa la differenza. Arrivare al mattino presto, quando la luce filtra tra gli alberi e il caldo non ha ancora preso il sopravvento, può cambiare completamente l’esperienza. Si riesce a sentire davvero la voce del luogo, prima che arrivino i gruppi organizzati e i selfie con il bastone.


Da maggio in poi, le piogge tropicali iniziano a farsi sentire. L’acqua diventa più impetuosa, meno limpida. I sentieri si fanno fangosi e in certi punti si scivola. Ma se si ama il lato selvaggio della natura, allora anche questo può essere il momento giusto. Le cascate urlano invece di sussurrare, e lo spettacolo è di quelli che si ricordano.

Cosa non dimenticare a casa prima di partire

Visitare Kuang Si è un po’ come fare un’escursione e un bagno termale insieme, quindi meglio partire preparati. Nulla di complicato, ma certe cose è meglio averle nello zaino:


  • Costume da bagno: sembra scontato, ma ci si dimentica più spesso di quanto si pensi.
  • Scarpe comode e chiuse: i sentieri non sono difficili, ma possono diventare scivolosi. Evitare le infradito è sempre una buona idea.
  • Protezione solare e repellente per zanzare: il sole tropicale brucia anche all’ombra, e le zanzare… be’, loro sono sempre ovunque.
  • Acqua: non ci sono molte fonti lungo il percorso, quindi portarsi una borraccia è fondamentale.
  • Qualcosa da sgranocchiare: anche un semplice panino può sembrare una festa dopo una camminata.
  • Asciugamano leggero o telo: perfetto per asciugarsi o sedersi su una roccia senza bagnarsi.

Con l’essenziale nello zaino, si è pronti per lasciarsi alle spalle il rumore e tuffarsi – letteralmente e non – in questo piccolo angolo di mondo.

Un luogo da vivere, non da consumare

Andare a Kuang Si vuol dire entrare in una realtà che non è stata costruita per essere guardata e basta. È un ecosistema delicato, che va rispettato. Camminare fuori dai sentieri, gettare cartacce, fare rumore inutile: tutto lascia il segno. Anche quello che non si vede.

All’ingresso del parco, tra l’altro, c’è un posto che merita attenzione: il Tat Kuang Si Bear Rescue Centre. Qui vivono orsi della luna salvati dal traffico illegale. Non è un’attrazione, ma un rifugio. Il costo del biglietto serve anche a sostenere questo progetto, e chi vuole può fare qualcosa in più. A volte basta comprare una maglietta, un magnete, o lasciare due kip in una scatola.

Le cascate non chiedono nulla. Non vendono niente. Ma proprio per questo meritano rispetto.

Kuang Si: il Laos che rimane dentro

Ci sono luoghi che si visitano, e poi ci sono quelli che si portano a casa senza nemmeno accorgersene. Kuang Si è uno di questi. Non per la grandezza, non per la fama. Ma per la sensazione che lascia.

La pelle resta fredda per un po’ dopo il bagno, le gambe indolenzite dalla camminata, ma la testa… quella è leggera. Si esce da lì con l’impressione di aver fatto pace col mondo, anche solo per un’ora.

Cascate di Kuang Si

Il Laos ha questo strano potere: ti accompagna senza fretta, ti prende per mano e ti mostra un modo diverso di stare al mondo. Le Cascate di Kuang Si, con la loro acqua silenziosa e i riflessi impossibili, fanno proprio questo. E il bello è che non serve capirlo subito. Basta esserci.

Foto © stock.adobe


Segui The Wardrobe su


Articoli Correlati