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Cinema e TV

Solo fino al 30 maggio: il film romantico più bello di Scorsese sparisce da Netflix

Solo fino al 30 maggio su Netflix: riscopri L’età dell’innocenza, il film romantico più bello di Martin Scorsese. Un capolavoro visivo e narrativo da non perdere, tra passioni proibite e drammi interiori.

Solo fino al 30 maggio: il film romantico più bello di Scorsese sparisce da Netflix

Ci sono film che sembrano arrivare al momento giusto, quasi come se sapessero di cosa c’è bisogno in un dato periodo. “L’età dell’innocenza” è proprio così. Diretto da Martin Scorsese nel 1993, non è il classico film che si guarda e si dimentica. Anzi, lascia addosso una sensazione difficile da spiegare: una malinconia leggera, che resta sotto pelle. Ora che Netflix lo toglierà dal catalogo il 30 maggio, vale davvero la pena concedersi un paio d’ore di pausa dal mondo e lasciarsi avvolgere da questa storia.

Ma attenzione, non si tratta solo di una semplice storia d’amore. È molto di più. Un affresco intenso e struggente dell‘Età dell’Oro americana. Raccontato senza filtri, con quella sensibilità rara che riesce a far emergere ciò che conta davvero. Non serve correre. Basta una serata tranquilla, qualche luce soffusa e la voglia di entrare in un universo diverso. Dove ogni gesto è carico di significato e ogni sguardo dice più di mille parole.


L’età dell’innocenza: tra amore proibito e perfezione formale

Quando si nomina Martin Scorsese, si pensa subito a film iconici come Taxi Driver o Quei bravi ragazzi. Eppure c’è chi rimane sorpreso di sapere che il suo film più romantico è proprio L’età dell’innocenza. Diverso, elegante, quasi silenzioso nel suo modo di raccontare. La New York del 1870 prende vita in tutta la sua rigidità sociale, un mondo dove tutto è apparenza, dove ogni comportamento ha un peso preciso e i desideri vanno nascosti, repressi, seppelliti sotto la forma.


Newland Archer, interpretato da un Daniel Day-Lewis magnetico e tormentato, sta per sposare May Welland (una Winona Ryder perfettamente calata nel ruolo), emblema della donna giusta, come la società dell’epoca pretende. Ma a sparigliare le carte arriva Ellen Olenska (una Michelle Pfeiffer fragile, intensa, impossibile da dimenticare). Ha lasciato alle spalle un matrimonio infelice e violento, e ora si aggira nei salotti newyorkesi come una presenza fuori luogo. Il suo coraggio scandalizza, la sua libertà inquieta. E proprio per questo Archer ne resta affascinato. Si crea un equilibrio precario, una tensione costante tra ciò che si dovrebbe fare e ciò che si vorrebbe davvero. Una passione trattenuta, soffocata, ma per questo ancora più potente.

Non è solo il classico triangolo amoroso. Ciò che rende unica questa storia è la tensione costante tra quello che si vorrebbe fare e ciò che è giusto fare. Il tutto raccontato con una raffinatezza rara, tra dialoghi misurati e lunghi silenzi che dicono più di qualsiasi dichiarazione d’amore. La regia è elegante, i costumi (premiati con l’Oscar) sono piccoli capolavori, e la scenografia è un viaggio nel tempo, ma senza nostalgia forzata.

Una perla romantica in uscita da Netflix: perché vederla adesso

È facile lasciarsi sfuggire piccoli gioielli nascosti nel mare infinito del catalogo streaming. Ma “L’età dell’innocenza” non è un film qualsiasi. È il film romantico più bello di Scorsese, ed è anche un’opera che va oltre il genere, scavando nel cuore di chi guarda.


Ecco perché rivederlo adesso ha più senso che mai:

  • Sarà rimosso il 30 maggio, quindi resta davvero poco tempo per goderselo in streaming.
  • Presto diventerà una miniserie, scritta da Emma Frost, ma niente può sostituire l’atmosfera originale del film.
  • L’accoppiata Scorsese + Pfeiffer + Day-Lewis è rara e irripetibile.
  • Parla di una società ipocrita e rigida, ma anche sorprendentemente attuale per chi sente il peso delle aspettative sociali.
  • È visivamente sontuoso, con ogni inquadratura che sembra un dipinto.

Guardarlo adesso, sapendo che a breve sparirà, ha anche un valore simbolico: è un modo per non lasciar andare ciò che merita di essere custodito.


Oltre il melodramma: un ritratto emotivo e sociale dell’America aristocratica

Dietro il romanticismo sottile e mai urlato, il film nasconde una riflessione potente sull’identità, il controllo sociale e la rinuncia. Si potrebbe pensare che, essendo ambientato nel XIX secolo, abbia poco da dire oggi. E invece accade il contrario.

L’amore tra Newland ed Ellen è l’emblema di ciò che non si può avere, anche quando è proprio lì, a portata di mano. La rinuncia non è un colpo di scena finale, ma una presenza costante, una scelta consapevole fatta ogni giorno. Il tutto viene sussurrato, mai sbattuto in faccia. Ed è questo a renderlo più potente.


Si crede spesso che le grandi passioni debbano essere gridate. Ma qui ogni emozione è trattenuta, ogni gesto calibrato. E proprio per questo, arriva dritto al cuore. Senza bisogno di effetti speciali o di frasi a effetto. Solo silenzi, dettagli, atmosfere. E il risultato è un film che rimane dentro a lungo, anche dopo i titoli di coda.

Per chi ama le storie d’amore autentiche, i drammi interiori raccontati con grazia e i film che non trattano lo spettatore come un consumatore distratto, “L’età dell’innocenza” è una visione necessaria.

E allora, perché non approfittarne ora, prima che sparisca?


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