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Piante e fiori

Oleandro in pieno sole: irrigazione e concimazione nei mesi caldi

Scopri come curare l’oleandro in pieno sole durante l’estate: consigli pratici su irrigazione e concimazione per una fioritura abbondante anche nei mesi più caldi.

Oleandro in pieno sole: irrigazione e concimazione nei mesi caldi

L’oleandro è una di quelle piante che sanno farsi notare: fiori vistosi, profumo intenso, un’aria elegante ma robusta. Però attenzione, perché non basta sistemarlo al sole e pensare che basti così. Quando le temperature iniziano a salire sul serio, tra giugno e agosto, anche lui rischia il colpo di calore. E qui nasce il dubbio: si sta facendo tutto nel modo giusto?

Chi ha un oleandro in giardino sa bene che l’estate è il momento in cui questa pianta mostra tutto il suo splendore. Però, proprio quando sembra più bella, potrebbe anche essere più vulnerabile. Serve un occhio di riguardo. Anzi, due. Uno sull’irrigazione, l’altro sulla concimazione.


Prima di tutto, meglio sapere cosa fare (e cosa evitare) per garantire a questa pianta un’estate senza stress. Perché anche se è una pianta rustica, il caldo africano può giocare brutti scherzi.


Irrigazione dell’oleandro in estate: attenzione ai dettagli

Si tende a pensare che l’oleandro non abbia bisogno di molta acqua. E in parte è vero: è una pianta che resiste alla siccità. Ma resistere non significa prosperare. Nei mesi estivi, soprattutto con temperature che superano i 30 gradi, le irrigazioni devono diventare regolari.

Non serve annaffiare ogni giorno, anzi, sarebbe controproducente. Meglio innaffiare a fondo, lasciando che l’acqua raggiunga bene le radici, e poi attendere che il terreno sia di nuovo asciutto in superficie. Questo stimola l’apparato radicale a scendere in profondità, rendendo la pianta più forte.

Nel dettaglio:


  • Due o tre volte a settimana possono bastare, ma dipende da esposizione e tipo di terreno.
  • Se il terreno è sabbioso, tende a drenare molto in fretta, quindi si asciuga prima.
  • In vaso, invece, l’oleandro va controllato più spesso: il terreno si scalda più in fretta e l’evaporazione accelera.

Un trucco utile? Annaffiare la sera, quando il sole non è più diretto. In questo modo, si evita l’evaporazione immediata e si permette alla pianta di assorbire meglio l’acqua durante la notte.

Come riconoscere un oleandro disidratato

Spesso si aspetta che la pianta dia segnali evidenti prima di intervenire. Ma aspettare troppo può compromettere la fioritura. Se le foglie cominciano a curvarsi verso il basso o a perdere lucentezza, è il momento di agire. In alcuni casi, si nota anche una fioritura rallentata o interrotta: un segnale che l’apparato radicale sta faticando.


Curiosamente, alcune varietà di oleandro sembrano reagire meglio di altre. Quelle a fiore semplice, ad esempio, tollerano meglio i brevi periodi di siccità. Invece le varietà a doppio fiore, più scenografiche, sono anche più esigenti.

Concimazione: quali nutrienti servono davvero

Durante la fioritura, l’oleandro va letteralmente a mille. Produce fiori senza sosta e chiede, in cambio, un po’ di nutrimento in più. Se si punta a un cespuglio ricco, pieno di fiori e foglie sane, il segreto è tutto nella concimazione fatta con criterio. Dare alla pianta un fertilizzante qualsiasi, alla cieca, spesso è uno spreco.


D’estate servono concimi specifici per piante da fiore, ricchi di potassio e fosforo: due nutrienti che stimolano le infiorescenze e rinforzano la pianta. L’azoto, invece, va usato con le pinze. Troppo e ci si ritrova con tante foglie, ma pochi fiori.

Ecco qualche dritta utile:

  • Scegliere un concime liquido, da diluire nell’acqua e usare ogni 10-15 giorni.
  • Oppure affidarsi a un fertilizzante a rilascio lento, comodo da applicare all’inizio della stagione.
  • Dare la preferenza a formule arricchite con microelementi come ferro, magnesio e zinco: aiutano il verde delle foglie e la resistenza al caldo.

Ma attenzione a non esagerare. Troppo concime può bruciare le radici, specialmente quando il terreno è già asciutto. Se le foglie iniziano a macchiarsi o a scolorire, meglio fermarsi un attimo. Magari, a volte, meno è davvero meglio.

Meglio il vaso o la piena terra?

Domanda tutt’altro che banale. L’oleandro in vaso è sicuramente più vulnerabile, ma anche più semplice da controllare. La piena terra garantisce uno sviluppo maggiore, ma richiede un terreno ben drenato e una certa esperienza. Dipende molto anche dalla zona climatica: in regioni dove il caldo estivo è costante e prolungato, può fare la differenza.

Un piccolo accorgimento? Se il vaso è di plastica scura, meglio schermarlo o posizionarlo all’ombra nelle ore più calde. Il terriccio può raggiungere temperature molto alte, danneggiando le radici.

Un’estate rigogliosa, senza stress

L’oleandro in pieno sole può essere una meraviglia, ma solo se riceve le cure giuste. Non servono prodotti miracolosi o irrigazioni continue: basta osservare la pianta, capire i suoi segnali e adattarsi. A volte si tende a semplificare: pianta mediterranea = pianta che non ha bisogno di nulla. Ma la realtà, come spesso accade, è più sfumata.

Innaffiature regolari e concimazioni mirate possono davvero fare la differenza. Anche piccoli gesti, come spostare un vaso in mezz’ombra nelle ore più calde o rimuovere i fiori appassiti, aiutano la pianta a mantenere energia.

irrigazione e concimazione dell'oleandro

E poi, diciamolo: vedere un oleandro in fiore a luglio, con quei colori accesi e le foglie brillanti, ripaga di ogni attenzione. Allora vale la pena fermarsi un attimo, osservare, e lasciarsi sorprendere da questa pianta così generosa.

Foto © stock.adobe


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