Lavanda in fiore ad agosto: quando raccoglierla, come essiccarla e conservarla al meglio per usarla tutto l’anno in modo naturale e profumato.
Le giornate calde di fine estate sono perfette per dedicarsi a questa pianta meravigliosa, ma basta davvero poco per rovinare tutto. Un taglio fatto male, un’essiccazione troppo rapida… e il profumo tanto atteso svanisce nel nulla.
Agosto, nelle zone più assolate, è quel periodo magico in cui la lavanda trabocca di fiori viola e sprigiona il suo profumo più intenso. L’aria sembra impregnata di natura e calma. C’è chi si accontenta di coglierne qualche stelo, ma per ottenere risultati duraturi serve un po’ più di attenzione.
Chi si affida ai rimedi naturali e ama riempire la casa di profumi autentici sa che il raccolto è una fase delicata. Non si tratta solo di cogliere dei fiori, ma di trattarli con cura per non perdere tutta la loro essenza.
Meglio non improvvisare: bastano gesti semplici ma precisi per portare in casa un piccolo tesoro aromatico che dura nel tempo.
Quando e come raccogliere la lavanda in fiore
Una domanda più che legittima: quando si dovrebbe tagliare la lavanda per ottenere il meglio? Agosto è un buon momento, ma non basta seguire il calendario. Bisogna osservare la pianta. I fiori devono essere ben formati ma non completamente aperti: è in quel momento che contengono la massima quantità di oli essenziali.
La raccolta ha il suo momento d’oro durante la mattinata, quando la rugiada è evaporata ma il sole non è ancora alto. Dalle 9 alle 11, in una giornata asciutta e limpida, si ha la condizione ideale. Tagliare con forbici affilate, a circa 10 cm dal legno vecchio, aiuta la pianta a rigenerarsi e tornare rigogliosa l’anno dopo.
Un dettaglio che spesso sfugge: non raccogliere dopo un temporale o con troppa umidità nell’aria. Il rischio di muffe durante l’essiccazione è dietro l’angolo. Meglio anticipare di un giorno piuttosto che trovarsi con fiori anneriti e inodori.
Come conservare la lavanda dopo la raccolta
Una volta raccolta, la lavanda ha bisogno di “riposare” nel modo giusto. Non va mai chiusa subito in contenitori. Anzi, l’essiccazione all’aria è fondamentale per preservarne profumo e colore. Ci sono diversi metodi, ma alcuni funzionano meglio di altri:
- Formare piccoli mazzi legati con uno spago e appenderli a testa in giù in un luogo ombreggiato e ventilato.
- Inserirli in sacchetti di carta traforata, ideali per far uscire l’umidità ed evitare che si impolverino.
- Evitare assolutamente la plastica o i sacchetti sigillati: il rischio muffa è altissimo.
Il tempo necessario? Di solito una decina di giorni, ma può variare. Un trucco? Basta strofinare delicatamente un fiore tra le dita: se si sbriciola facilmente, è pronto. A quel punto si può decidere come conservarlo.
I barattoli di vetro con tappo ermetico sono perfetti, meglio se tenuti in un luogo buio. In alternativa, i sacchetti in lino o cotone lasciano respirare la lavanda senza farle perdere l’aroma.
Chi vuole un profumo ancora più persistente può aggiungere una goccia di olio essenziale di lavanda direttamente nel contenitore, rinfrescandolo ogni tanto. Un piccolo trucco che funziona sempre.
Idee per usare la lavanda essiccata tutto l’anno
Una volta secca, la lavanda può diventare protagonista in tanti modi. Non servono doti da artigiano o ore di lavoro. A volte basta poco. Ecco qualche idea semplice e utile:
- Sacchetti profumati nei cassetti per allontanare l’umidità e tenere lontane le tarme
- Pot-pourri da mescolare con scorze d’arancia o cannella per profumare gli ambienti
- Sale da bagno profumato, mescolando i fiori con cristalli di sale grosso
- Candele fai da te, con qualche fiore secco incorporato nella cera fusa
- Zucchero alla lavanda, perfetto per tisane, dolci o biscotti fatti in casa (ma con moderazione!)
La lavanda è una di quelle piante che, con un solo gesto, riesce a trasformare l’atmosfera. C’è chi la usa per conciliare il sonno, chi la mette sotto il cuscino, chi la sbriciola sul tappeto prima di passare l’aspirapolvere. Un profumo discreto, ma capace di restare nella memoria.
Le varietà di lavanda più adatte alla conservazione
Esistono molte varietà di lavanda, ma non tutte si comportano allo stesso modo una volta essiccate. Alcune mantengono meglio il colore, altre il profumo. Le più indicate per essere conservate a lungo sono:
- Lavandula angustifolia: tra le più profumate, perfetta per sacchetti e oli essenziali
- Lavandula x intermedia (nota anche come lavandino): molto resistente, con steli lunghi e aroma intenso
- Lavandula stoechas: ha una forma caratteristica con “orecchie” viola, ma tende a perdere fragranza una volta essiccata
Scegliere la varietà giusta fin dall’inizio semplifica tutto. Anche coltivarla in vaso sul balcone può dare grandi soddisfazioni.
Errori comuni da evitare con la lavanda
Anche se sembra tutto semplice, ci sono piccoli scivoloni che possono rovinare il lavoro:
- Tagliare troppo tardi: quando i fiori sono secchi o cadono da soli, ormai è tardi
- Essiccare in ambienti chiusi e umidi: la lavanda marcisce o cambia odore
- Dimenticare i fiori al sole diretto: il colore si sbiadisce e il profumo si indebolisce
- Conservarla in contenitori sbagliati: vetro trasparente esposto alla luce o plastica possono comprometterne la qualità
Meglio procedere con calma, senza avere fretta. Osservare la pianta, annusarla, capire quando è pronta. Ogni dettaglio ha il suo peso.
Il valore silenzioso della lavanda
C’è qualcosa di profondamente rassicurante nella lavanda. La si raccoglie quando il tempo rallenta, si conserva con cura, e poi… si riscopre d’inverno, nei cassetti o in cucina, come una carezza d’estate conservata.
Forse è questo che la rende così amata. Un piccolo gesto, una pianta semplice, eppure capace di parlare a ogni senso. Ad agosto, quando il caldo rallenta ogni cosa, prendersi del tempo per raccogliere la lavanda diventa quasi un rito. Un modo per restare in contatto con la natura. E con se stessi.
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