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Cinema e TV

La verità su Squid Game 3: perché sarà (forse) l’ultima stagione

Scopri perché Squid Game 3 potrebbe essere l’ultima stagione della serie: analisi dei temi, rivelazioni dell’autore e cosa aspettarsi dal futuro del franchise.

La verità su Squid Game 3: perché sarà (forse) l’ultima stagione – Foto Screenshot @Netflix

“Squid Game 3” potrebbe davvero segnare la fine di tutto? A quanto pare, sì. Il creatore Hwang Dong-hyuk ha confermato che questo capitolo chiuderà il cerchio. Ma attenzione: questo non significa che l’universo di Squid Game sparirà del tutto. Le idee per nuovi spin-off sono già sul tavolo, e la curiosità inizia a salire.

C’è chi ancora ricorda la prima volta in cui ha visto quei giochi mortali sullo schermo, rimanendo ipnotizzato da quell’estetica surreale e disturbante. “Squid Game” non ha solo intrattenuto: ha fatto riflettere, ha creato dibattito, ha colpito dritto allo stomaco. Con la terza stagione ormai in arrivo, la domanda che sorge spontanea è: ci si sta davvero preparando a dire addio per sempre?


E in fondo, come si fa a salutare una serie che ha lasciato un’impronta così forte? Già circolano indiscrezioni sulla trama e su cosa voglia comunicare Dong-hyuk con questa stagione finale. Non si tratta solo di nuovi giochi o colpi di scena. Stavolta, sembra che si voglia scavare più a fondo, arrivare a qualcosa che riguarda tutti: la nostra umanità, le scelte morali, il prezzo da pagare per sopravvivere in una società spietata.


Una chiusura annunciata, ma non definitiva

Nel frattempo, Hwang ha messo le cose in chiaro: con “Squid Game 3” si chiude il ciclo principale. Una decisione che potrebbe sembrare azzardata, considerando l’enorme successo planetario della serie. Ma qui non si parla solo di numeri. Dietro c’è una visione precisa, coerente, quasi personale. Una storia nata per avere un inizio e una fine ben definiti, e che ora sta per arrivare a quel punto finale che, volenti o nolenti, era sempre stato previsto.

In origine, “Squid Game” era pensata come una mini-serie autoconclusiva. La prima stagione era completa e chiusa, un cerchio perfetto che non lasciava spazio a sequel forzati. Ma il clamore globale ha spinto Netflix a scommettere su una continuazione, e così è nata la seconda stagione. Ora, con la terza in arrivo, si torna all’idea iniziale di una chiusura.

Non è solo una questione di trama. La struttura stessa della serie ruota attorno a un messaggio preciso: la critica feroce alla competizione capitalistica, alle disuguaglianze e alla perdita di umanità. Dopo aver raccontato l’ascesa e la caduta di Gi-hun, dopo aver mostrato la sua volontà di ribellarsi al sistema e il suo fallimento, ora ci si prepara a esplorare un tema ancora più universale: come restare umani in un mondo che spinge a diventare spietati.


È interessante notare che, per quanto Hwang abbia annunciato la fine della serie, il franchise non sembra destinato a scomparire del tutto. Già in cantiere c’è lo spin-off “Squid Game America”, un progetto che suggerisce la volontà di espandere l’universo narrativo, anche se in forme diverse.

Cosa aspettarsi da Squid Game 3: temi e svolte narrative

Se la prima stagione puntava sull’angoscia individuale e la seconda sulla disillusione rivoluzionaria, la terza sembra voler andare oltre. Le prime anticipazioni parlano di un ritorno ai giochi mortali, ma con un tono diverso, più introspettivo, quasi filosofico.


Non sarà solo una questione di chi sopravvive e chi no. Hwang Dong-hyuk ha dichiarato di voler spingere lo spettatore a interrogarsi su cosa significhi davvero “conservare la propria umanità”. In un contesto dove le regole del gioco sono crudeli, è possibile non diventare parte del meccanismo?

Tra le indiscrezioni più insistenti, si parla anche di nuove ambientazioni e di un possibile ritorno di personaggi noti, ma in ruoli diversi. Un trucco narrativo che potrebbe aggiungere profondità e nuovi punti di vista.


  • Il personaggio di Gi-hun potrebbe assumere un ruolo ancora più ambiguo, combattuto tra la voglia di giustizia e la consapevolezza della sua impotenza.
  • Nuovi concorrenti, provenienti da altri contesti sociali e culturali, permetteranno di ampliare il discorso globale sulle disuguaglianze.
  • L’organizzazione dietro i giochi sarà finalmente svelata? Su questo punto si mantengono il riserbo e un alone di mistero.

Il tutto con la consueta estetica ipnotica e disturbante che ha reso celebre la serie.

Un finale che chiude un ciclo, ma apre un universo

Che si tratti davvero dell’ultima stagione di “Squid Game” è ancora in parte una questione aperta. Formalmente, sì: la storia principale dovrebbe concludersi con questa terza stagione. Ma il mondo creato da Hwang Dong-hyuk ha ancora molto da dire.

Con progetti paralleli in cantiere e la crescente domanda del pubblico per prodotti che combinino intrattenimento e riflessione, è difficile immaginare che l’universo narrativo venga davvero archiviato. Anzi, potrebbe evolversi in direzioni inaspettate.

Si potrebbe pensare a prequel, a serie ambientate in altri Paesi (come già accennato), o addirittura a prodotti animati o interattivi. L’importante, però, sarà non snaturare l’essenza del messaggio: non è un gioco, ma una metafora. E proprio per questo colpisce così forte.

Chi ha seguito le stagioni precedenti lo sa bene: ogni episodio lascia una ferita, ma anche una domanda. E questo, in fondo, è il vero lascito di “Squid Game”. Quindi, stagione finale o no, qualcosa resterà. Non solo nei cataloghi Netflix, ma soprattutto nella coscienza di chi ha guardato oltre la superficie del gioco.


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