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Cinema e TV

Sirens, la serie Netflix con Julianne Moore che svela i segreti dei super ricchi

La serie Netflix Sirens con Julianne Moore entra con ironia tagliente e sguardo disincantato nelle pieghe più oscure dell’alta società, tra sorelle agli antipodi, una villa da sogno e segreti troppo grossi per restare nascosti.

Sirens, la serie Netflix con Julianne Moore
Sirens, la serie Netflix con Julianne Moore che svela i segreti dei super ricchi Foto © Screenshot Netflix

Apparentemente, potrebbe sembrare l’ennesima storia familiare tutta litigi e riappacificazioni. Ma in Sirens niente è semplice. La trama si consuma in un solo weekend, in una di quelle ville da copertina che si affacciano sull’oceano e promettono relax, ma nascondono voragini emotive. È interessante notare come, dietro l’estetica patinata, si apra uno squarcio sul dolore vero, quello che non fa rumore ma sposta le fondamenta di tutto.

Chi ha voglia di una serie breve ma intensa, con dialoghi brillanti e una protagonista magnetica, farà bene a metterla in lista. Cinque episodi, uno più corrosivo dell’altro.


Due sorelle, un weekend e una villa piena di verità nascoste

La storia si apre con l’arrivo di Devon, giovane donna irrequieta, in visita alla sorella minore Simone, che lavora come assistente personale nella sontuosa magione di Mikaela Kell (una straordinaria Julianne Moore), ex avvocatessa e ora moglie trofeo di un magnate miliardario.


Simone vive ormai integrata in quel mondo fatto di silenzi, galateo e finti sorrisi. Devon, invece, è tutto l’opposto: schietta, fragile, impacciata ma autentica. Il confronto tra le due è immediato e inevitabile.

Si crede che le relazioni tra sorelle siano fatte di complicità, ma qui il legame è pieno di fratture. E il weekend che le riunisce è solo il pretesto per far esplodere tensioni, rancori, incomprensioni mai risolte. Il tutto sotto lo sguardo glaciale di Mikaela, figura enigmatica, elegante e inquietante.

Sirens e i segreti dei super ricchi: tra lusso, dolore e dark humour

A fare da sfondo alla trama è il mondo patinato dei super ricchi, raccontato senza filtri e con un tocco di satira che non risparmia nessuno. Sirens mette in scena una società apparentemente perfetta, dove ogni sorriso è costruito, ogni gesto calibrato per mantenere l’apparenza. Ma sotto la superficie, tutto scricchiola.


Kiki, il personaggio di Julianne Moore, è un concentrato di eleganza e inquietudine. Ha rinunciato a una carriera brillante per diventare moglie e padrona di casa, ma il suo bisogno inappagato di maternità emerge in modo surreale: alleva rapaci come se fossero figli, li accarezza, li protegge, ci parla come fossero anime affini.

Si ride, ma spesso con un certo disagio. Perché il confine tra grottesco e tragico è sempre sottilissimo. E proprio questa ambiguità rende la serie così coinvolgente. Un attimo prima si sorride di un dialogo assurdo, quello dopo si resta spiazzati da una verità cruda che viene fuori quasi per caso.


Julianne Moore in Sirens: una performance intensa e fuori dagli schemi

C’è chi dice che alcune attrici riescono a dare peso anche al silenzio. In Sirens, Julianne Moore conferma ogni aspettativa. Il suo personaggio, Mikaela, è magnetico, disturbante, al limite tra sacro e folle. Non urla mai, ma ogni suo sguardo racconta qualcosa che le parole non dicono.

Accanto a lei, le giovani Millie Alcock e Meghann Fahy reggono il confronto con grande intensità. I loro personaggi sono speculari, opposti e complementari, entrambe in lotta con un passato che si riflette in scelte sbagliate e relazioni traballanti.


Il cast corale è ben orchestrato, ma sono le tre protagoniste a tenere in piedi la narrazione con una forza che non cerca mai l’effetto facile. Anche i dialoghi, per quanto pungenti e ritmati, non sembrano mai artificiosi. È tutto tremendamente umano, anche quando sfiora l’assurdo.

Sirens non vuole piacere a tutti, e forse è proprio questo il suo punto di forza. Nessun eroe, nessun lieto fine annunciato, solo persone rotte che cercano di tenersi insieme per un altro giorno. E intanto, il lusso continua a brillare, come se niente fosse.

Chi ama le storie ben scritte, capaci di unire sarcasmo e profondità emotiva, troverà in questa miniserie una piccola perla. Non per forza comoda da guardare, ma impossibile da ignorare.


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