Maschi veri: la nuova commedia Netflix sulla crisi dell’uomo moderno racconta con ironia e intelligenza il disagio maschile ai tempi della parità di genere. Tra padel, sex toys e chat tra amici, quattro uomini si confrontano con un mondo che non capiscono più.
La commedia italiana sbarca su Netflix con una serie che fa ridere, riflettere e a tratti persino commuovere. Maschi veri, adattamento nostrano della spagnola Machos Alfa, mette in scena quattro amici alle prese con il declino del maschio tradizionale. Non ci sono eroi, solo uomini confusi, inadeguati e, forse proprio per questo, incredibilmente umani.
Chi ha voglia di una serie leggera ma non banale, capace di mescolare umorismo e attualità senza diventare predica, qui potrebbe trovare qualcosa di davvero interessante. Una buona occasione per guardarsi allo specchio, senza prendersi troppo sul serio.
Maschi veri: trama, personaggi e pregiudizi che crollano
La storia si svolge a Roma, oggi. Quattro amici over 40 si ritrovano regolarmente per giocare a padel e chiacchierare nella loro chat chiamata, appunto, “Maschi veri”. Ma le loro vite sono tutt’altro che solide.
C’è Massimo (Matteo Martari), ex direttore di rete licenziato per sessismo, ora mantenuto dalla moglie influencer. Mattia (Maurizio Lastrico), guida turistica divorziata e papà di una figlia adolescente bisessuale, tenta disastrosamente di rientrare nel mondo degli appuntamenti. Luigi (Pietro Sermonti), autista con famiglia in crisi, affronta l’eros che svanisce e una moglie sempre più distante. E infine Riccardo (Francesco Montanari), ristoratore infedele che si ritrova travolto dalla proposta della compagna: trasformare la loro relazione in una coppia aperta.
Le situazioni sembrano assurde, ma non lo sono poi così tanto. In fondo, chi non ha mai avuto dubbi su cosa significhi davvero “essere un uomo” oggi? Il bello della serie è che non cerca risposte facili, ma racconta con sarcasmo e affetto il goffo tentativo di questi uomini di reinventarsi. E spesso ci si ride su, proprio perché ci si riconosce.
Mascolinità in crisi: la commedia Netflix che tocca nervi scoperti
Maschi veri non punta solo alla risata. La sua forza è tutta nel modo in cui riesce a prendere in giro gli stereotipi senza essere offensiva. Gli uomini della serie non sono caricature, ma persone vere, sbagliate, fragili. E soprattutto, profondamente disorientate.
Il mondo è cambiato e loro sono rimasti indietro. Non capiscono Tinder, non sanno come gestire le emozioni, temono il confronto con donne più libere, più decise, più avanti. Alcuni si rifugiano nei ricordi degli anni ’80, tra Telegatti e modelli di virilità ormai superati. Altri cercano di aggiornarsi, ma inciampano spesso.
E qui arriva il bello: invece di criticare o compatire, la serie li osserva con affetto. Li fa sbagliare, li fa cadere, ma gli permette anche di crescere. Non tutti, certo. Alcuni resteranno fermi. Ma il messaggio è chiaro: non serve essere perfetti, basta mettersi in discussione.
Una scrittura pungente e un cast che funziona
A rendere Maschi veri così credibile è una scrittura che mescola dialoghi brillanti a momenti quasi drammatici, senza mai perdere leggerezza. Gli autori Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti costruiscono personaggi pieni di contraddizioni, ma mai ridicoli.
La regia, affidata a Matteo Oleotto e Letizia Lamartire, accompagna la storia con ritmo e uno sguardo partecipe. Nessuna scena è buttata via, anche le situazioni più assurde hanno un fondo di verità.
Il cast maschile è in stato di grazia. Brillano soprattutto Francesco Montanari, irresistibile anche quando sbaglia tutto, e Maurizio Lastrico, perfetto nel suo equilibrio tra sarcasmo e vulnerabilità. Un po’ in ombra invece Pietro Sermonti, in un ruolo meno incisivo del solito. Ma nel complesso, l’intesa tra i quattro è il vero motore della serie.
Una menzione speciale va alle guest star Ilary Blasi e Selvaggia Lucarelli, che aggiungono quel pizzico di attualità pop che non guasta mai.
Maschi veri: una serie leggera ma non superficiale
C’è qualcosa di liberatorio nel vedere messi in crisi quei modelli maschili che per decenni sono sembrati intoccabili. La serie non propone soluzioni, ma apre domande. E lo fa senza mai diventare pedante.
In fondo, Maschi veri è una storia di amicizia, di trasformazione e di piccoli disastri quotidiani. Non serve essere uomini per apprezzarla. Anzi, è proprio nel confronto tra generi, identità e ruoli che la serie trova la sua forza.
Chi cerca una commedia intelligente, che faccia ridere ma anche riflettere, qui trova una proposta fresca, ben scritta e perfettamente al passo coi tempi. E chissà che, tra una risata e l’altra, non venga anche voglia di riscrivere un po’ quel concetto di “maschio vero” che ormai fa acqua da tutte le parti.